Etichette prodotti chimici: guida completa 2025 per etichette conformi e resistenti
- Alkam

- 5 ott 2021
- Tempo di lettura: 8 min
Aggiornamento: 29 ott

Le etichette per prodotti chimici sono fondamentali per garantire sicurezza, conformità normativa e tracciabilità delle sostanze pericolose. Questo approfondimento spiega come realizzare etichette conformi al regolamento CLP 2025, scegliere i materiali più resistenti e progettare soluzioni durature per il settore industriale chimico.
Introduzione
Le etichette prodotti chimici non sono un semplice adesivo: rappresentano un requisito fondamentale per la sicurezza, la tracciabilità e la corretta gestione delle sostanze e miscele pericolose. Devono garantire leggibilità, resistenza e indelebilità, oltre a comunicare in modo chiaro rischi e precauzioni.
Oltre alla normativa CLP, un’etichetta per prodotti chimici deve rispondere a esigenze tecniche precise: resistere a solventi e agenti aggressivi, mantenere la leggibilità nel tempo e sopportare condizioni estreme durante trasporto e stoccaggio.
In questa guida ci concentriamo sugli aspetti pratici e operativi: caratteristiche, materiali, tecniche di stampa e soluzioni per garantire etichette chimiche sicure e durevoli.
Indice
Perché le etichette prodotti chimici sono fondamentali?
Nello specifico, queste etichette devono essere apposte saldamente sul prodotto, per evitare che si scollino o che vengano perse, devono essere facilmente leggibili ed indelebili ed infine resistere al contatto con gli agenti chimici ed alle temperature estreme.
In questo modo si ottiene una perfetta tracciabilità del prodotto e delle sostanze pericolose contenute nel prodotto finale. Per quanto riguarda il trasporto, durante lo spostamento di merci pericolose o infiammabili, la presenza dell'etichetta è necessaria in termini di legge per la sicurezza di chi le utilizza.
Oltre a essere apposte saldamente e in modo indelebile, le etichette per prodotti chimici devono:
resistere al contatto con sostanze corrosive o solventi,
mantenere la leggibilità in condizioni di umidità o temperature estreme,
aderire su superfici difficili come plastica ad alta densità o metalli trattati.
Un' etichetta ben realizzata infatti non si limita a rispettare la normativa, ma garantisce funzionalità durante stoccaggio, trasporto e uso quotidiano.
Requisiti normativi: il regolamento CLP aggiornato al 2025
Prima di immettere sul mercato sostanze o miscele, il regolamento CLP (Classification, Labelling and Packaging) impone a produttori, importatori e utilizzatori di classificarle, etichettarle e imballarle in modo adeguato.
Il CLP stabilisce i criteri per la classificazione e gli elementi che devono comparire sull’etichetta: pittogrammi, avvertenze, indicazioni di pericolo (frasi H), consigli di prudenza (frasi P), oltre alle informazioni sul fornitore e sulle modalità di gestione sicura del prodotto.
Con l’entrata in vigore del Regolamento (UE) 2024/2865, sono state introdotte novità importanti come nuove classi di pericolo, l’etichettatura digitale tramite QR code e tempi più rapidi di aggiornamento delle etichette.
Se vuoi approfondire tutti i dettagli normativi, abbiamo dedicato un articolo completo all’etichettatura prodotti chimici e alle ultime novità legislative: clicca qui per leggerlo.
Secondo quanto riportato dall’Agenzia europea per le sostanze chimiche (ECHA), le etichette per prodotti chimici devono garantire una comunicazione chiara e universale del rischio.
Inoltre, come specificato dal Regolamento (UE) 2024/2865, l’etichettatura digitale tramite QR code diventerà una pratica riconosciuta per migliorare la tracciabilità.
Classificazione armonizzata (CLH) e obblighi dei produttori
I fabbricanti, gli importatori e gli utilizzatori hanno l’obbligo di classificare ed etichettare le sostanze pericolose per garantire massima sicurezza sulla salute e sull’ambiente. Le classificazioni armonizzate sono elencate nel regolamento CLP.
La classificazione ed etichettatura delle sostanze che destano maggiori preoccupazioni (che presentano quindi particolari pericoli per il corpo umano) devono essere armonizzate in tutta l’UE per garantire un’adeguata gestione dei rischi: questo si verifica con l’armonizzazione della classificazione e dell’etichettatura (CLH).
Contenuti obbligatori da inserire in etichetta
Le etichette per prodotti chimici devono contenere:
dati del fornitore (nome, indirizzo e telefono);
quantità della sostanza o miscela;
nome e numeri identificativi del prodotto;
pittogrammi di pericolo;
avvertenze (“Pericolo” o “Attenzione”);
indicazioni di pericolo (frasi H);
consigli di prudenza (frasi P);
eventuali informazioni supplementari (es. modalità di smaltimento).
Ulteriori indicazioni sulle etichette sono riportate dal documento Inail, il quale dichiara che, per riuscire a contenere il numero dei consigli di prudenza, sull’etichetta non ne devono essere indicati più di 6, a meno che non lo richieda la particolare gravità dei pericoli.
L'etichetta non deve presentare consigli di prudenza superflui. Nel caso in cui la sostanza o miscela sia fornita al pubblico è necessario riportare sull'etichetta il consiglio di prudenza che ne riguarda lo smaltimento e l’imballaggio, a meno che non presenti alcun pericolo per la salute o per l’ambiente.
Schede di sicurezza (SDS)
Le SDS (Safety Data Sheet) sono schede che integrano le etichette. Ricordano al lavoratore di non travasare sostanze pericolose e contengono 16 sezioni con informazioni su rischi, manipolazione e protezione. Etichette e SDS devono sempre essere consultate insieme per garantire un utilizzo sicuro.
Simboli e pittogrammi
I pittogrammi GHS/CLP sono obbligatori su tutte le etichette dei prodotti chimici immessi sul mercato e hanno il compito di comunicare in modo immediato e universale i rischi connessi a una sostanza o miscela. Devono essere:
stampati su sfondo bianco con bordo rosso,
ben visibili e leggibili, senza sovrapposizioni grafiche,
proporzionati alle dimensioni dell’imballaggio, così da restare chiari anche su confezioni molto piccole.
Questi simboli hanno sostituito i vecchi quadrati arancioni e fanno parte del sistema armonizzato globale (GHS), che assicura coerenza a livello internazionale. Rappresentano diversi tipi di pericolo: fisico (ad es. esplosivi, infiammabili), per la salute (cancerogeni, tossici, irritanti) e per l’ambiente (sostanze nocive per organismi acquatici).
Ogni pittogramma è accompagnato da avvertenze e frasi di prudenza (P) che spiegano come manipolare, conservare o smaltire il prodotto in sicurezza. Ad esempio: un pittogramma con la fiamma segnala un prodotto altamente infiammabile, con indicazioni specifiche sullo stoccaggio lontano da fonti di calore.
L’uso corretto dei pittogrammi non è solo un obbligo normativo, ma una condizione indispensabile per proteggere lavoratori, trasportatori e utilizzatori finali.

Materiali e tecniche di stampa per etichette chimiche resistenti
La scelta dei materiali è uno degli aspetti più importanti nella realizzazione di etichette per prodotti chimici. Un’etichetta che si deteriora, si scolora o si stacca può rendere il prodotto non conforme e causare gravi problemi di sicurezza e logistica. Per questo motivo i materiali devono essere studiati per resistere a condizioni critiche come contatto diretto con solventi, oli, acidi, detergenti aggressivi, ma anche a urti, umidità e sbalzi di temperatura.
Le soluzioni più diffuse sono:
Polipropilene (PP) → tra i materiali plastici più usati. Offre un’elevata resistenza chimica e meccanica, è impermeabile e adatto a contenitori in plastica come taniche e flaconi. È flessibile e mantiene la leggibilità dell’etichetta anche se il contenitore viene schiacciato o deformato.
Poliestere (PET) → ideale per ambienti estremi. Resiste a solventi aggressivi, alte temperature e abrasioni, ed è quindi molto utilizzato per prodotti stoccati a lungo o trasportati in condizioni critiche. Ha una durata superiore al PP ed è consigliato per contenitori metallici o per fusti industriali.
Carte speciali trattate → adatte a prodotti meno aggressivi o a confezioni secondarie. Vengono trattate per resistere all’acqua e all’umidità, ma hanno una resistenza inferiore rispetto ai film plastici. Possono essere una soluzione economica per etichettare prodotti chimici a basso rischio o destinati al consumo rapido.
Materiali eco-friendly → carte riciclate, film compostabili o supporti certificati FSC®. Negli ultimi anni molte aziende scelgono soluzioni sostenibili per ridurre l’impatto ambientale, pur mantenendo requisiti di resistenza e conformità normativa. Le etichette green possono essere un valore aggiunto in termini di immagine aziendale, soprattutto in un mercato sempre più attento alla responsabilità sociale.
La scelta del materiale deve tenere conto non solo delle caratteristiche chimico-fisiche del prodotto, ma anche del contesto d’uso:
contenitori destinati a refrigerazione o immersione in acqua richiedono film plastici;
prodotti destinati all’export o al trasporto ADR necessitano materiali certificati e altamente durevoli;
soluzioni sostenibili possono essere privilegiate da aziende che vogliono comunicare attenzione all’ambiente senza rinunciare alla sicurezza.
Ci teniamo a specificare che le soluzioni di etichettatura green sono sempre possibili solo se non compromettono i requisiti di resistenza richiesti dal CLP.
Una consulenza specializzata è fondamentale per scegliere il materiale più adatto e garantire che l’etichetta mantenga la sua funzione informativa e di sicurezza in qualsiasi condizione.
Etichette accessibili: triangolo Braille e leggibilità inclusiva
Le etichette dei prodotti chimici devono essere pensate anche in un’ottica di inclusione e accessibilità. In Italia vivono oltre un milione e mezzo di persone ipovedenti o non vedenti: senza sistemi di riconoscimento tattile, queste persone non possono identificare correttamente un prodotto potenzialmente pericoloso.
Per ovviare a questo problema, è possibile stampare il triangolo Braille o testi in rilievo direttamente sull’etichetta, permettendo a chi non vede di distinguere le sostanze pericolose e riconoscere informazioni chiave come:
nome commerciale del prodotto;
marchio del produttore;
data di scadenza;
indicazioni di pericolo principali.
Questa soluzione non è solo un atto di responsabilità sociale, ma anche un’opportunità per le aziende di dimostrare attenzione al tema della sicurezza universale e alla conformità con le raccomandazioni europee in materia di accessibilità.
Specifichiamo che l’uso del triangolo Braille è obbligatorio per i prodotti classificati come pericolosi venduti al pubblico in Italia, mentre per altri casi è una best practice inclusiva.
Etichette e logistica: trasporto ADR e tracciabilità
Le etichette dei prodotti chimici non devono garantire solo la conformità normativa, ma anche la resistenza lungo l’intera supply chain. Durante il trasporto ADR (Accordo europeo relativo al trasporto internazionale di merci pericolose su strada), i colli e i contenitori vengono sottoposti a urti, vibrazioni, variazioni di temperatura, esposizione a raggi UV e umidità. Un’etichetta che si danneggia, si scolora o si stacca può compromettere la leggibilità delle informazioni di sicurezza, con conseguenze gravi sia per la conformità sia per la protezione degli operatori.
Per questo motivo, le etichette devono essere:
resistenti meccanicamente, in grado di non strapparsi anche durante movimentazioni ripetute;
impermeabili e capaci di mantenere intatta la stampa in ambienti freddi, umidi o sotto la pioggia;
certificate per l’export, così da evitare respingimenti doganali o blocchi della merce nei controlli internazionali;
leggibili nel tempo, anche dopo lunghi periodi di stoccaggio.
Fonti e aggiornamento
Le informazioni riportate in questo articolo sono basate sul Regolamento (CE) n. 1272/2008 (CLP) e successive modifiche, incluso il Regolamento (UE) 2024/2865.
Ultimo aggiornamento: ottobre 2025.
FAQ
1. Quali informazioni devono essere presenti su un’etichetta per prodotti chimici?Devono includere i dati del fornitore, pittogrammi di pericolo, avvertenze, frasi H e P, quantità, nome del prodotto e eventuali indicazioni supplementari, come previsto dal regolamento CLP.
2. Quali sono i materiali migliori per etichette chimiche resistenti? PET e PP sono i più usati per la loro resistenza a solventi, abrasioni e alte temperature. Le carte speciali trattate possono essere usate per prodotti a basso rischio.
3. Come si garantisce la conformità al regolamento CLP 2025? Assicurati che le etichette includano tutte le informazioni obbligatorie e che il design rispetti le nuove direttive UE 2024/2865, incluse le novità sull’etichettatura digitale e le classi di pericolo aggiuntive.
4. Le etichette devono resistere ai solventi e all’umidità? Sì. La resistenza meccanica e chimica è un requisito essenziale. Etichette deteriorate o illeggibili possono comportare sanzioni o rischi di sicurezza.
5. Chi può aiutarmi a realizzare etichette conformi? Un etichettificio industriale come Alkam, specializzato nel settore chimico, può garantire materiali certificati, consulenza tecnica e conformità alle più recenti normative europee.
Conclusioni
Le etichette prodotti chimici devono unire conformità normativa, resistenza e chiarezza. Una stampa non idonea o un’etichetta che si stacca può compromettere la sicurezza, causare sanzioni e mettere a rischio la supply chain. In Alkam produciamo etichette per il settore chimico da oltre 20 anni, seguendo standard rigorosi di resistenza, leggibilità e conformità normativa.I nostri materiali vengono testati per garantire durabilità in ambienti estremi – da serbatoi industriali a contenitori ADR – e resistono a solventi, umidità e alte temperature.


Commenti